16 Settembre 2024, lunedì
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SIAMO TUTTI UN PO’ BRIGANTI!

A cura di Carla Cavicchini

Guillermo Mariotto e Stefano Dominella a Pontedera

La creatività? Non ha limiti! Così si esprime lo stilista Stefano Dominella a Pontedera durante un convegno sulla moda. Egli osserva tuttavia, non senza una nota polemica, cheproprio la moda spesso è l’antitesi della sostenibilità, grazie ad operazioni di puro commercio. “L’esempio? Quei jeans che si avvalgono di procedimenti malsani ‘grazie’ a quelle enormi quantità di acqua che inquinano e non poco. Per non pensare poi come vengono eseguite le tinture,effettuate con  dosi massicce di acido, sì da raggiungere le giuste tonalità di colore. Pazzesco! Come pazzesco è vederequelle acque ‘arcobaleno’ pure belle da vedersi mastracolme d’ogni forma di inquinanti. Senza pensare troppo,ahimè, che proprio con lo smisurato inquinamento abbiamo a che fare. Non a caso sciagure immani sono sotto i nostri occhi in quanto ‘la natura spesso si ribella e, come constatiamo, già si è già ribellata .

Applaude il folto pubblico nella cittadina della Piaggio, ancora una volta presente per gli apprezzatiappuntamenti focalizzati su cultura, ambiente, sostenibilità ed economia circolare, organizzati da ‘Ecofor Service’, con il patrocinio del Comune di Pontedera. L’incontro stavolta annoverava due relatori d’eccezione quali appunto Dominella e Mariotto, il primo prosegue constatando che se il settore moda è sempre in gran fermento, risulta basilare conoscere i rischi – meglio disastri –  del ‘Fast-fashion’, aderendo di conseguenza ad una buona forma di etica e consapevolezza. 

Perché nei paesi del terzo mondo la forza lavoro viene ottenuta dall’operato   minorile per un dollaro l’ora – prosegue Dominella – tenendo presente inoltre  che nel Bangladesh, tempo addietro, centinaia e centinaia di persone morirono causa crollo dell’edificio nel quale lavoravano queste creature per firme conosciutissime. Esatto, ‘pret-a porter’ di lusso. 

E’ doveroso pertanto, talvolta, rinunciare ai profitti salvaguardando i veri valori della vita. Fortuna vuole che adesso esista una maggior coscienza in merito, nonostante lusso ed ecosostenibilità…uhmmm, non vadano proprio a braccetto. E termino osservando che nella moda rimane tuttavia quel business di 100 miliardi, capace di far lavorare 650.000 persone.

Agli scrosci degli applausi si uniscono le parole – meglio pensieri – di Mariotto nel mentre racconta che “gli abiti sono una sorta di manifesto che racconta tantissimo e che, all’occorrenza, maltrattano il sistema. E quindi dico a tutti voi: osate, osate, ed ancora osate che la vita è un soffio. Date sfogo alle vostre idee, tenendo ben presente che proprio il vestito è un grande strumento di comunicazione come del resto la bandiera tricolore, marchio nazionale della bella nazione italiana.

Un momento in cui veniva poi ricordata la recente mostra al ‘Maxxi’ di Roma “Briganti eleganti l’arte nella moda maschile”, raccontando l’evoluzione dell’abbigliamento dalla società contadina e tradizione regionale, a quella borghese. Un momento nello spiegare  che, mentre la peculiarità del brigantaggio era quella di mescolare tutto –  per i due stilisti   nessun brigante era omologato, ed ecco quindi la vera personalità! – raccontando poi  al pubblico incuriosito, di  quell’entusiasmo provato  nel ‘saccheggiare’ i mercatini, “ trova e trasforma”, facendo rivivere tale epoca, in maniera decisamente elettrizzante. 

“Anche perché, seppure al 25% un po’ briganti, siamo tutti noi!

Non a caso parliamo del brigantaggio attivo nel Sud dell’Italia ‘post-risorgimentale’ – conclude Dominella – che assunse i connotati di una vera e propria guerra civile nell’epoca dei vari eventi ideologici, politici, sociali e culturali. Il Risorgimento per l’appunto”.

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