8 Settembre 2024, domenica
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Swing & Pop: L’eleganza di Palomar e la fusione di tradizione e innovazione

A cura di Ionela Polinciuc

Intervista esclusiva con il quintetto musicale che unisce swing e pop contemporaneo in modo unico ed elegante. Con la loro canzone “Palomar”, ispirata a un evento storico con Benny Goodman, ci raccontano la loro visione creativa e come mantengono viva la tradizione musicale mentre sperimentano nuove sonorità. Scopri di più sul loro percorso artistico, le performance memorabili e i progetti futuri in questa intervista ricca di emozioni e passione per la musica.

Palomar” racconta di un incontro straordinario con Benny Goodman al Palomar Ballroom. Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di questa canzone e come avete reimmaginato quell’evento storico?

Il tutto è nato per caso. Una melodia nuova risuonava nella testa da alcuni giorni e avendo letto poco tempo prima un libro sulla storia del jazz dedicato al periodo della swing era ed ai maestri del genere, l’idea del testo in omaggio a Benny Goodman è venuta quasi spontanea. Abbiamo voluto raccontare la notte del 21 Agosto 1935 in cui si narra che proprio al Palomar Ballroom, una famosa sala da ballo situata a Los Angeles, Benny Goodmansegnò l’inizio dell’era dello swing. 

Quella notte il grande maestro ebbe l’intuizione di proporre gli arrangiamenti di Henderson, un musicista afro-americano di Atlanta, che presentavano dei suoni più “hot”. Fu così che le ballerine del Palomar iniziarono a ballare e la pista esplode. Viene da se che le parole del testo riportano “Che atmosfera al Palomarstasera”!

Il vostro sound unisce swing & pop contemporaneo. Come avete lavorato per fondere queste influenze musicali in “Palomar” e nel vostro repertorio in generale?

Ciò che sicuramente caratterizza le produzioni del quintetto è il nostro sound. Che sia un brano attuale o del passato cerchiamo sempre di vestirlo con un mood dettato dall’eleganza e dall’ironia intesa come voglia di divertirci e sperimentare.  La nostra particolarità risiede proprio nel riuscire ad accostare delle canzoni composte nella prima metà del secolo scorso a dei brani pop attuali che, magistralmente reinterpretati in chiave “vintage” godono di nuova vita, facendo così vivere al pubblico un viaggio sonoro lungo la stessa strada, ma in direzioni opposte. Se prendiamo per esempio un brano come “Reality” colonna sonora del famoso film il Tempo delle mele, tormentone anni ’80 di per se sarebbe impensabile inserirlo nel nostro repertorio ma lo studio di un  particolare arrangiamento lo ha reso parte integrante dei nostri live. 

Il videoclip di “Palomar” è stato definito suggestivo e elegante, ispirato agli anni ’30. Qual è stata la vostra visione creativa nel dar vita a queste atmosfere e come avete lavorato alla realizzazione del video?

Sicuramente è stato importante trovare una location adatta al tema e quale se non le sale del Sina Brufani, l’Hotel più storico della nostra città e poi fondamentale è stata la ricerca ed il lavoro svolto dal regista Emanuele Vignaroli e dalla stilista Valentina Rosati con i quali collaboriamo da tempo che hanno saputo ricreare un’ambientazione con tanto di luci, abiti ed atmosfera in stile. Il tutto corredato dall’energia che i ballerini hanno saputo trasmettere ad ogni nota. 

Palomar” rappresenta l’unione tra innovazione e tradizione. Come cercate di mantenere vivo il fascino della musica d’altri tempi e al contempo sperimentare nuove sonorità e approcci musicali?

Tutti i nostri brani originali riportano l’unione tra innovazione e tradizione dove i suoni classici del pianoforte e della tromba si uniscono alle ritmiche e sonorità più moderne del pop il tutto viene poi legato dalla voce di Daniela che ha caratteristiche timbriche più attuali ma ogni volta che sale su un palco riesce a rievocare lo stile e le movenze delle grandi dive del passato. 

Avete pubblicato brani originali in italiano, francese e spagnolo, oltre a reinterpretazioni di successi internazionali. Qual è stata la vostra esperienza nel creare e proporre musica multilingue al vostro pubblico?

Ai nostri live siamo soliti fare un viaggio intorno al mondo, toccando diverse culture e modi di vivere. La musica si costruisce poco a poco oltrepassando confini e creando ponti che uniscono popoli, così quello che ci appariva inconsueto diventa familiare, entra a fare parte della nostra valigia di suoni. Parliamo mille lingue ma quando arriva il momento di capirsi basta uno schiocco di dita, una melodia ed il gioco è fatto. La musica prima delle parole, come linguaggio universale.

Come descrivereste il vostro percorso artistico finora e in che modo avete evoluto il vostro sound e la vostra identità musicale nel corso degli anni?

Sicuramente la continua ricerca ed il tempo hanno portano ad una evoluzione importante. Siamo partiti da un’idea embrionale dettata maggiormente dalle caratteristiche timbriche e sceniche di Daniela che negli anni si sono sempre più affinate ed hanno portano al raggiungimento di un sound riconoscibile ed alla definizione di un repertorio in linea con il nostro stile e la nostra personalità.

Avete avuto l’opportunità di esibirvi in vari festival e eventi sia in Italia che all’estero. Qual è stata la vostra performance più memorabile e cosa vi ha colpito di più durante questi live?

Tutti i live che abbiamo fatto ci hanno regalato emozioni fantastiche, praticamente siamo nati sul palco e ci nutriamo dell’affetto e del calore del pubblico….viviamo i concerti come uno scambio di energie. Sicuramente però ci sono dei concerti che sono rimasti nel nostro cuore in particolar modo, uno fra questi Amalfi in Jazz. Esibirci su quel palco naturale ai piedi del Duomo con tutta quella gente è stato davvero unico. Per altri motivi, non meno importanti, un altro live che ha segnato una tappa importante del nostro percorso è stata la presentazione del nostro primo album “Parole su parole” al Teatro Cucinelli di Solomeonell’ottobre 2019. Vedere così tante persone cantare i nostri singoli ed acclamare la nostra musica è una cosa che non dimenticheremo mai

Come avete affrontato la sfida di unire la freschezza della musica elettronica allo stile della SwingEra nei vostri brani inediti?

Con gli inediti abbiamo voluto sottolineare l’influenza dell’epoca moderna e quest’idea all’inizio non è stata semplice da realizzare. Sono serviti diversi mesi passati a studio per comprendere come unire in maniera “elegante” musica elettronica e suoni classici pur mantenendo il nostro stile e sinceramente ci sono stati anche momenti di sconforto perché il risultato non ci piaceva. Ma la ricerca ed il confronto ci hanno portato al raggiungimento dell’obiettivo. Per rimanere in tema, come diceva il grande Duke Ellington ci sono due regole nella vita: 1. Non mollare mai; 2. Non dimenticare mai la regola n°1 

Quali sono i vostri progetti futuri e le vostre ambizioni per il futuro della vostra carriera musicale?

Beh Palomar rappresenta il singolo apri pista del terzo lavoro discografico al quale nonostante i tanti impegni in giro per l’Italia non abbiamo cessato di lavorare. Vivendo di live per il futuro ci auguriamo di continuare a portare la nostra musica in giro per le varie piazze e festival ed ogni volta provare forti emozioni grazie all’affetto del pubblico.

Qual messaggio o emozione sperate di comunicare al vostro pubblico attraverso la vostra musica e quale impatto sperate di avere sulle persone che vi ascoltano?

Ciò che ci auguriamo ogni volta è di accarezzare piacevolmente chi ascolta, attraverso un repertorio accattivante che sappia emozionare ed allo stesso tempo divertire mantenendo sempre un mood di raffinatezza e di semplicità.

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