8 Settembre 2024, domenica
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Intervista con l’artista: L’anima di “Cielo di Spine” e il suo viaggio musicale

A cura di Ionela Polinciuc

Oggi abbiamo il piacere di parlare con un talentuoso artista che ha appena rilasciato il suo nuovo singolo “Cielo di spine”. La canzone, caratterizzata da un sound unico che mescola Alt-Pop ed elettronica, racconta una storia intensa e personale. In questa intervista, scopriamo cosa ha ispirato la creazione del brano, il significato dietro il suggestivo videoclip e il processo creativo che dà vita alla sua musica.

Cosa ti ha ispirato a scrivere e produrre il brano “Cielo di spine” e quali emozioni o esperienze personali hai voluto trasmettere attraverso la canzone?

L’ispirazione più grande sicuramente è stato il voler raccontare della fine di una storia d’amore sotto un’altra prospettiva, di solito la fine di una relazione nasce dalla volontà di almeno una delle due parti di volersi separare, beh ci sono volte in cui una relazione deve finire anche quando nessuno dei due lo vorrebbe. Questo brano parla proprio di questo, una relazione in cui ormai l’amore non basta più, in cui ci si fa solo del male a vicenda, un’amore tossico che trascina entrambi sempre più a fondo. Partendo da questo presupposto il testo è la conversazione che si ha quando ci si confronta con la realtà e si capisce che per quanto si tenga all’altra persona la cosa migliore è lasciarsi andare. “Credimi non riesco a vedere la fine, anche se amarti è saltare in un campo di mine”.

Il videoclip di “Cielo di spine” è molto suggestivo e ricco di simboli visivi. Qual è il significato dietro le ambientazioni e le scene evocative presenti nel video?

Beh con questo video volevo creare delle immagini che complementassero la canzone senza per forza rappresentare semplicemente quello che dice il testo. Per questo motivo ho cercato di esprimere con diverse immagini le emozioni che una situazione come quella raccontata nella canzone può evocare. Immagini forti e suggestive che sono apparentemente scollegate dal tema del brano ma che riescono a suscitare le stesse sensazioni da un punto di vista diverso.
Per esempio la scena nel cielo in tempesta, il cielo è ovviamente un richiamo al titolo della canzone ma oltre questo rappresenta il trovarsi sul filo del rasoio, il momento prima della fine, l’incertezza, fluttuare tra le nuvole per poi precipitare incessantemente con la fine della relazione.

Come descriveresti il tuo processo creativo nella scrittura e produzione della musica, e in che modo il tuo background di producer influisce sulle tue composizioni?

Ultimamente mi sto divertendo molto a stravolgere il modo in cui scrivevo tradizionalmente, invece di scrivere prima il brano per poi arrangiarlo e poi produrlo parto dalla produzione direttamente, dalla ricerca dei suoni e una volta trovato il suono corretto lo rifinisco e da lì cerco la melodia che si sposi meglio. Ogni step del processo prevede il trovare e rifinire i suoni e gli strumenti, questi ispirano le melodie e le parole, e una volta trovate quelle produco e mixo il tutto come se fossi alla fine del brano e così via fino ad avere il brano finito. In questo modo trovo che nel mio caso le melodie e le parole si sposano molto meglio alla produzione e la ricerca dei suoni.

Quali sono le principali influenze musicali che hanno plasmato il tuo sound e il tuo stile artistico, e in che modo queste si riflettono nella tua musica?

Sono passato dal suonare e cantare in gruppi rock al produrre pop e R&B usando maggiormente musica elettronica quindi di influenze ce ne sono state davvero tante, per il mio processo creativo attuale mi piace molto stare sull’elettropop e new wave.

Con il tuo mix di Alt-Pop ed elettronica, quali sono le sfide e le opportunità nel creare un sound contemporaneo e allo stesso tempo futuristico?

Le opportunità essendo un sound così moderno sono infinite, hai modo di giocare con qualsiasi tipo di suono e sperimentazione.

Dall’altro lato appunto per il fatto di provare a spingere continuamente l’asticella su qualcosa di nuovo e particolare si rischia di trovare poco riscontro nel tuo pubblico facendo qualcosa di troppo spinto.

Quali sono i progetti futuri che hai in serbo per la tua carriera musicale e quali obiettivi ti poni nel breve e lungo termine?

Sicuramente continuare a sperimentare e pubblicare più musica possibile, nel breve termine vorrei creare una piccola fan base e un seguito sui social in modo da poter organizzare qualche evento per portare la mia musica live. Nel lungo termine diciamo che non pongo limiti a dove voglio arrivare, ho sempre sognato di suonare negli stadi quindi è lì che punto di arrivare.

Quale messaggio o emozione speravi di comunicare ai tuoi ascoltatori tramite “Cielo di spine” e come vorresti che la tua musica influenzi e tocchi chi ti ascolta?

La situazione trattata in “Cielo di spine” è una molto specifica che però suscita emozioni decisamente forti, il doversi distaccare da qualcuno che si ama è una sensazione atroce. In questo caso ho voluto avvicinarmi a quelli che hanno vissuto una situazione del genere e far capire che anche in situazioni simili non si è da soli e che c’è chi può capire, anche solo sentire la vicinanza di qualcuno in questi casi può fare molto.

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