19 Settembre 2024, giovedì
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DANA AL FARDAN: I vari volti della musica

A cura di Carla Cavicchini

Dana Al Fardan è una bella bionda raffinata compositrice  qatariana che, col suo bel spettacolo ‘Indigo’ presentato nell’ambito dell’estate fiesolana presso l’anfiteatro di Fiesole,  racconta d’una sorta di viaggio immersivo,  capace di connettere anima e musica, in grande spiritualità.

Spiega più tardi che tale lavoro  nasce dalla pandemia del Covid tramite attenta ricerca d’introspezione, acquisendo maggior consapevolezza,utile soprattutto nei momenti critici. L’obbiettivo? Quella di proiettare energia all’esterno  tramite l’interiorità del nostro sguardo ricordando che i ‘chakra’ sono  importanti flussi energetici, e che il suono musicale riallinea le frequenze tramite anche la dolcezza delle vibrazioni. 

Non a caso l’occhio umano possiede limiti di assorbimento riflettendo la nostra interiorità. Il mondo  è troppo pieno  di materia e proprio la vibrazione è vitale per il nostro equilibrio psico-fisico. Di conseguenza ‘Indigo’ verte su giochi e colori vibrandoterapie cromatiche nei confronti dell’essere umano ed il pianeta. Ogni cosa gode della propria funzione e deve avere regole precise, come è basilare vivere negli spazi segnati dalla luce ed ombra.

Quanto alla cromoterapia, in tema di esempi posso citare il rosso, ritmo pulsante del rubino, nonché dell’energia emanata dallo zaffiro quale potenza umana da ben coltivare. Il mio spettacolo – prosegue – è una sorta di tappe, spostamenti, che ci mette continuamente a confronto con la nostra anima. L’inizio viene date da note romantiche, divenendo poi più aggressive ed ancor più, forti, instaurando una relazione tra noi e ciò che ci circonda. Parliamo d’un  viaggio  strumentale ove in fondo arriva quella voce in grande espressione simile ad un dono, che espande i nostri sensi travalicando ulteriormente sino al terzo occhio. Il risultato è una comprensione più estesa, uno schiudersi che porta maggiorente a relazionarci col mondo che ci circonda. L’ultimo pezzo, ‘Immobilità’, è stato percepito quale potenza immane insegnando che anche il silenzio coltiva la nostra sonorità interiore. Momenti altamente creativi dunque ove unisco anche le note del ‘fado’, del flamenco e con piacere osservo che il mio ultimo album verte sulle tradizioni tonnare-marinare unendo arabo ed occidente.”

“Sono la prima compositrice del mondo arabo – continua – in un ambiente come appunto il Qatar ove non esiste la percezione della figura femminile che compone. E quindi non esiste strumentistica anche se fortuna vuole, d’aver avuto sostegni dal Governo locale. Ma io mi batto poiché proprio su tali frangenti, i giovani del Golfo Arabo  debbono coltivare la loro identità culturale. Il Qatar non è come l’Afghanistan, le donne svolgono importanti ruoli culturali e l’empowerment gode di buoni riconoscimenti. E se prima c’era solamente il deserto totale, adesso è luogo di  ‘Sheraton’ e di altri mega-hotel, con numerosi campi da golf. Con piacere osservo che nel 2008 avvenne un’importante svolta – non c’è solamente petrolio – grazie all’arrivo di varie competenze diversificate, che estesero ulteriormente la collettivà d’alto profilo intellettuale.”

“Sappiamo tutti che niente è facile: personalmente prima d’intraprendere tale professione, avevo studiato scienze politiche e poi gemmologia, trovando poi la mia vera strada. E’ stato difficile abbattere i pregiudizi familiari anche se poco a poco, i miei hanno capito, ed oggi mio nonno è il mio primo sostenitore e mentore. E quindi…come non essere orgogliosa di loro, di questa mia famiglia di mercanti  sempre alla ricerca dell’avventura  tramite l’osservazione del mare:  un vero e proprio faro di vita.”

“Concludo dicendo che la musica è  assolutamente vitale per me, tanto che da piccolina, ad appena 5 anni, imparai poco a poco gli accordi al pianoforte, facendone una vera e propria ossessione. E non ho finito. Il mio ‘viaggio’ prosegueattualmente studio anche per divenire direttrice d’orchestra, dal momento che adoro le sperimentazioni, mettendomi sempre in gioco.”

Dana Al Fardan è anche filantropa, impegnata nelle arti creative ed iniziative umanitarie. 

Proprio su Donald Trump ha espresso il proprio giudizio: “ Tagliando i fondi per Gaza, per i palestinesi, l’Onu non può certamente fare molto, pertanto, il prezzo da pagare nei confronti delle vite umane, è decisamente troppo alto.”

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