8 Settembre 2024, domenica
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Salviamo i bambini dagli smartphone

A cura di Giacomo Frittella 

bandire cellulari e dispositivi, tanto più giovane è l’età dei loro potenziali e presunti utenti, si parla da molto tempo e il tema torna regolarmente sulla stampa nazionale internazionale, anche alla luce delle prese di posizione di governi, istituzioni e, nel caso che presenteremo, di movimento di genitori.

Ha fatto scalpore il successo dell’iniziativa di Daisy Greenwell, 40 anni, giornalista, da Woodbridge nel Suffolk, Inghilterra, e Clare Fernyhough, psicologa, entrambe madri di bambini piccoli, che dopo aver creato un gruppo WhatsApp per discutere su come tenere a bada le richieste di smartphone da parte dei loro figli, hanno cominciato a condividere e pubblicare idee e azioni su Instagram e rapidamente altri genitori hanno voluto partecipare. Oggi il loro gruppo, che hanno chiamato Smartphone-Free Childhood, conta più di 60.000 seguaci che discutono su come tenere i loro figli lontani dai dispositivi.

Le stesse fondatrici del movimento si sono stupite della velocità con la quale il gruppo in poche ore ha raccolto l’adesione di oltre mille persone e all’invito di formare altri gruppi hanno risposto in 10 minuti altri genitori da tutto il Paese, dalla Scozia alla Cornovaglia, facendone nascere in pochissimo tempo 50. Oggi Smartphone Free Childhood è un movimento guidato dai genitori con la missione di proteggere milioni di bambini dai pericoli derivanti dall’uso degli smartphone in età troppo giovane.

La velocità di diffusione del gruppo e l’aumento del numero di genitori preoccupati, se vogliamo limitarci al Regno Unito, è proporzionale a quanto risulta dalle indagini ufficiali sull’uso precoce di smartphone e dispositivi.

Nel suo studio annuale sul rapporto dei bambini con i media e il mondo online, l’Ofcom ha affermato che la percentuale di bambini di età compresa tra i cinque e i sette anni che utilizzano i servizi di messaggistica è salita dal 59% al 65%.

Il numero di bambini che utilizzano i social media è passato dal 30% al 38%, mentre per i livestream è aumentato dal 39% al 50%. Poco più del 40% ha dichiarato di giocare online, rispetto al 34% dell’anno precedente.

L’Office of Communications (OfCom) è l’autorità indipendente a cui è affidata nel Regno Unito la regolamentazione del settore delle comunicazioni.

L’autorità, che fu istituita nel 2002 attraverso l’Office of Communications Act, dotata di pieni poteri nel 2003 con il Communication Act, è articolata in due organi: il Board e l’Executive. L’Ofcom deve rendere conto del proprio operato al parlamento. La sua attività di regolamentazione riguarda tutto ciò che rientra nel settore comunicazioni: radiotelevisione, telefonia, banda larga e servizi postali.

L’online Safety Group di Ofcom sostiene che la metà dei minori di 13 anni ha utilizzato i social media, contrariamente alle regole della maggior parte delle grandi piattaforme, e molti hanno ammesso di aver mentito per ottenere l’accesso a nuove

Secondo Ofcom, la maggior parte dei telefoni posseduti dai bambini è probabilmente fornita dai genitori: i minori di 18 anni non possono infatti firmare contratti e la maggior parte dei grandi operatori dichiara di non vendere telefoni a pagamento ai minori di 16 anni.

Solo un terzo dei genitori conosce l’età minima richiesta per la maggior parte delle piattaforme di social media e l’autorità di regolamentazione ha affermato che i genitori sono anche meno disposti a far rispettare le regole che conoscono.

Tre genitori su dieci erano disposti a permettere a un bambino di 5-7 anni di avere un profilo sui social media anche se non aveva l’età minima consentita per le app, con un aumento rispetto allo scorso anno.

In Francia, un recente rapporto commissionato dal presidente francese Emmanuel Macronraccomanda vivamente che i bambini non abbiano accesso alla maggior parte delle piattaforme di social media almeno fino ai 18 anni e che non possano avere smartphone, con un piano di controllo parentale installato che blocchi l’accesso alle piattaforme di social media e ai siti inappropriati, almeno fino ai 13 anni.

Servane Mouton, Neurologa di Neuville-sur-Saône, è stata co-presidente della Commissione sull’esposizione dei bambini agli schermi, che ha presentato il suo rapporto al Presidente francese Emmanuel Macron. Nell’ultimo anno ha intensificato gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della sovraesposizione e proporre soluzioni.

Poche settimane fa è stato presentato il libro collettivo “Humanité et numérique, les liaisons dangereuses“, coordinato da Mouton, in cui 25 scienziati e assistenti hanno stilato un preoccupante resoconto delle conseguenze dell’iperconnessione, in termini di salute fisica e mentale e di ambiente. Il rapporto ha formulato raccomandazioni altrettanto severe per i giovanissimi, affermando che i telefoni e gli schermi dovrebbero essere limitati il più possibile nei reparti di maternità per aiutare i genitori a legare con i loro bambini. Secondo gli scienziati, i “controlli parentali” non dovrebbero essere considerati un mezzo sufficiente per proteggere i bambini. Piuttosto, si tratta di una distrazione inefficace, spacciata dall’industria tecnologica “per togliersi dai guai” per la creazione di algoritmi, in particolare all’interno dei social media, progettati per creare dipendenza e monetizzare i bambini.

Kathy Hochul, governatore di New York, ha annunciatoin questi giorni l’intenzione di sponsorizzare una legge che vieterebbe l’uso degli smartphone nelle scuole, come parte del suo più ampio sforzo per proteggere i bambini dagli effetti negativi della tecnologia. La governatrice intende presentare la proposta di legge nel corso dell’anno, in modo che possa essere presa in considerazione durante la prossima sessione legislativa di New York, che inizierà a gennaio.

L’annuncio della Hochul dovrebbe essere una buona notizia per tutti coloro che si preoccupano degli effetti degli smartphone e dei social media sulla capacità di attenzione, sulle relazioni, sull’apprendimento e sulla salute mentale degli studenti.

The Anxious Generation è un altro movimento che raccoglie numerose associazioni in tutto il mondo e che ha come sua mission “Motivare e responsabilizzare adolescenti, genitori, educatori, politici e leader dell’industria tecnologica ad agire collettivamente per liberare i bambini e gli adolescenti da un’infanzia trascorsa in gran parte da soli sugli schermi e promuovere invece l’indipendenza, il gioco libero e la responsabilità nel mondo reale”. In particolare i fondatori sono preoccupati per la salute mentale degli adolescenti e supportano le loro azioni di prevenzione e informazione attraverso ricerche, pubblicazioni, progetti. Il team dei fondatori è costituito da esperti nell’arte, nella comunicazione, giornalisti e molti di loro genitori.

ScreenStrong è un’organizzazione che aiuta le famiglie a prevenire i problemi legati agli schermi e a liberare i propri figli dagli schermi tossici: social media, videogiochi, pornografia. Propongono, contro l’uso tossico degli schermi, attività sane, sviluppo di abilità di vita e legami familiari. La loro mission “Niente più risposte basate sulle opinioni, né promesse fallite di controlli parentali. Piuttosto, sosteniamo la ricerca medica basata sull’evidenza e accurata dal punto di vista dello sviluppo per guidarvi nel vostro percorso di prevenzione e gestione della dipendenza dallo schermo nell’infanzia. Vi forniamo la tabella di marcia per arrivare a destinazione, indipendentemente dal punto in cui vi trovate”. Le risposte nascono dall’approccio derivato dalle lezioni e idee del corso “Kids’ Brains & Screens”, che si rivolge a docenti, educatori, genitori. I materiali forniti da KBS sono tutti accessibili e gratuiti, in inglese, possibile fonte di ispirazione.

Wait Until 8th (Aspetta fino all’8°) è un altro movimento che dà la possibilità ai genitori di riunirsi per ritardare l’acquisto di uno smartphone da parte dei bambini almeno fino alla fine della terza media. La mission “Proteggiamo gli anni della scuola elementare e media dalle distrazioni e dai pericoli dello smartphone. Unirsi aiuta a diminuire la pressione ad avere un telefono in età precoce. L’età media in cui i bambini acquistano il loro primo smartphone è dieci anni. Potete cambiare questa situazione!”.

In Italia è da anni impegnata in campagne di educazione e formazione per genitori e insegnanti Fondazione Carolina, nata proprio da un genitore, Paolo Picchio la cui figlia adolescente è stata vittima di cyberbullismo. Da allora un gruppo di esperti, tra cui genitori, psicologi, educatori, hanno creato la Fondazione, che oggi ha un ricco programma per la prevenzione dei rischi derivati dalla rete, dalla sovraesposizione agli schermi, dall’uso improprio dei dispositivi e dei social. Tra le ultime iniziative la pagina dedicata ai genitori, Genitori online, la Guida Minori online e il campo estivo Kids Digital Detox.

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