6 Luglio 2024, sabato
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Quando il body shaming è reato?

Il body shaming, ovvero la pratica di deridere o discriminare qualcuno per il suo aspetto fisico, può diventare reato in Italia quando assume forme specifiche di violenza o discriminazione, riconosciute dalla legge. Ecco alcuni contesti in cui il body shaming può configurarsi come reato:

  1. Diffamazione (Art. 595 Codice Penale): Se il body shaming avviene attraverso la diffusione di messaggi offensivi su mezzi di comunicazione come i social media, potrebbe configurarsi come diffamazione, soprattutto se l’offesa reca danno alla reputazione della vittima. La pena può essere aumentata se il fatto è commesso con mezzi di pubblicità o in una pubblica riunione.
  2. Ingiuria (Art. 594 Codice Penale, abrogato ma ancora rilevante in cause civili): Anche se l’ingiuria è stata depenalizzata nel 2016, può ancora rilevare in sede civile. Si riferisce a offese proferite direttamente alla persona offesa.
  3. Stalking (Art. 612-bis Codice Penale): Il body shaming ripetuto e persistente può configurare stalking, specialmente se la vittima subisce una serie di atti persecutori che causano un grave stato di ansia, paura o un cambiamento delle proprie abitudini di vita.
  4. Violenza privata (Art. 610 Codice Penale): Se il body shaming comporta costrizioni sulla vittima, per esempio forzandola a modificare il proprio comportamento attraverso minacce o pressioni, potrebbe essere considerato violenza privata.
  5. Discriminazione e odio razziale (Legge Mancino, Legge n. 205/1993): In casi di body shaming motivati da discriminazioni razziali, etniche, nazionali o religiose, si può configurare un reato di discriminazione o incitamento all’odio.
  6. Cyberbullismo (Legge n. 71/2017): La legge sul cyberbullismo prevede specifiche misure di contrasto anche per atti di body shaming effettuati tramite mezzi telematici, con possibilità per le vittime di richiedere l’intervento dell’Autorità garante per la rimozione dei contenuti offensivi.

Ogni caso deve essere valutato singolarmente per determinare se gli atti di body shaming possono essere considerati reato, tenendo conto del contesto e della gravità degli atti stessi. È consigliabile per le vittime di body shaming rivolgersi alle forze dell’ordine o a un avvocato per valutare le specifiche circostanze del loro caso.

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