4 Ottobre 2024, venerdì
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E La Definiscono Democrazia: Una Riflessione sulla Guerra nella Striscia di Gaza

Di Avv. Margherita Morelli

Ho visto gli occhi di Badr Dahlan, prigioniero nelle carceri israeliane. In questi bellissimi occhi si leggono orrore, sofferenza, e terrore. Un trauma gravissimo ha ridotto questo giovane a una larva, riflettendo immagini dolorose che turbano profondamente la nostra sensibilità umana. Sono un pugno nello stomaco che provoca un penoso senso di angoscia per il nostro futuro, un mondo costruito sull’ipocrisia, il doppio standard, il disprezzo della sensibilità e l’impoverimento umano e culturale.

Tutto questo accade in nome del potere, del profitto o anche solo per odio, un odio feroce e incontenibile verso la razza umana. Non ci può essere alcun dubbio che queste immagini, frutto di crudeltà, violenza e sopraffazione, siano destabilizzanti oltre che deprimenti per chi avverte ancora un briciolo di empatia. Al contempo, si insinuano rabbia, indignazione e un senso di ribellione contro la codardia, la brutalità e l’oscena ostentazione di una ipertrofia stomachevole di chi si sente signore e padrone del mondo, della vita e della morte di altri uomini.

Inevitabilmente, il desiderio di affrancamento e di ribellione prende il sopravvento sulla sfiducia e sulla disperazione. Comprendiamo che non si può e non si deve cedere alla paura e alla sopraffazione. Se un uomo in un branco di lupi famelici rafforza la propria spavalderia e sfrontatezza, da solo è solo un pecorone bizzarro che il cane pastore può facilmente ricondurre all’ovile. È necessario isolare il lupo o disperdere il branco se si vuole salvare la pelle propria e degli altri.

Bisogna cercare il mezzo appropriato per combattere la forza bruta e selvaggia del lupo nel branco. È necessario allertare le coscienze, ritrovare la forza dell’entusiasmo e del coraggio per combattere l’inerzia, l’indifferenza e l’inedia di quanti, anche solo per egoismo e pigrizia, sfuggono al dolore e si girano dall’altra parte. Chi disprezza la vita umana è un lupo in un branco, perché non è mai l’unico. È immorale, crudele, infame, criminale e si alimenta della forza del branco. Va combattuto e isolato, perché ogni individuo ha diritto all’autodeterminazione, alla libertà, al rispetto dei diritti umani e alla vita, e va difeso dal branco.

La sua salvezza sarà la nostra. Non lasciamoci ingannare dal lessico o dalla propaganda. La ferocia di Israele è la spavalderia crudele e pavida del lupo nel branco famelico. È una barbarie in un’orda di barbari conniventi e solidali a cui non si può e non si deve abdicare. Senza il rispetto dell’etica, dei principi del diritto internazionale umanitario, dei valori comuni fondati sulle Costituzioni dei popoli nate dalla sofferenza e dalla lotta contro il nazifascismo, le discriminazioni, le spoliazioni, la colonizzazione violenta, l’illegalità, le ingiustizie, non ci potrà mai essere vera democrazia.

Spetta a tutti gli uomini di buona volontà, che hanno a cuore le sorti del mondo, difendere la civiltà e la vera democrazia, come il cane pastore difende il proprio gregge isolando i lupi del branco e mettendoli in fuga.

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