21 Dicembre 2024, sabato
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Ue-Turchia: la chiave è l’integrazione differenziata

Quando negli ambienti dell’Unione europea si parla di Turchia, e viceversa quando ad Ankara si parla di Ue, i toni sono oggi aspri da entrambe le parti e vengono alimentati da reciproche recriminazioni, contrapposizioni e divergenze. Lo stesso presidente francese Emmanuel Macron, incontrando l’omologo turco Recep Tayyp Erdoğan all’Eliseo a inizio 2018, ha raggelato le prospettive di adesione, dopo che il leader di Ankara si era detto “stanco di aspettare” sulla soglia dell’Ue.Le interazioni politiche ad alto livello sono circoscritte, mentre in Europa l’opposizione dell’opinione pubblica a una futura adesione della Turchia ha toccato un incredibile 77%.Gli stessi turchi, che a metà degli anni Duemila si schieravano a sostegno di un ingresso nell’Unione per il 74%, avversano oggi – pur se in lieve maggioranza – un allargamento dell’Ue ad Ankara. Ciò premesso, pure una ferma sostenitrice del futuro europeo della Turchia come chi scrive ha inevitabilmente dei ripensamenti.

TURKISH-ERDOGAN-POLITICS-GOVERNMENT

Tutti i nodi della relazione
È in effetti difficile pensare che le attuali dinamiche fra le due parti possano sfociare in un’adesione alla casa comune europea come l’abbiamo conosciuta finora. A rigore, la Turchia non sembra più soddisfare i criteri di Copenaghen – al cui rispetto l’accesso di un nuovo Stato membro è condizionato -; in particolare il criterio politico che richiede la presenza di istituzioni stabili a garanzia della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti umani e del rispetto delle minoranze.Da parte sua, la Turchia guarda comprensibilmente con diffidenza un’Ue che viene percepita come in deficit di credibilità, avvezza a doppi standard e accusata di aver spostato sempre più in avanti, sin dall’allargamento del 2004, i traguardi fissati per l’adesione di Ankara.ome se non bastasse, il processo di pace cipriota – che ha come obiettivo la costituzione di una federazione fra le due comunità presenti sull’isola, quella greco-cipriota e quella turco-cipriota – è finito in un vicolo cieco. Dopo il fallimento anche dell’ultimo round di negoziati, nonostante l’eccezionale allineamento degli astri che lo aveva preceduto, sarebbe ora che le parti coinvolte, in particolar modo la Repubblica di Cipro, ammettessero chiaramente di non essere interessate a questo tipo di accordo.

 

Oscillazione perenne
Tuttavia, come dimostrato dal progetto ‘Feuture’ (un network di 14 università e think tank coordinato dallo IAI), da una complessiva valutazione delle relazioni fra Ue e Turchia emerge una fotografia ben più complessa della realtà.È vero: sul piano politico i rapporti fra Bruxelles e Ankara hanno toccato il minimo storico. Le aspirazioni europee della Turchia non sono mai state così vane e l’atteggiamento dell’Ue così ostile. Ma se altre dimensioni delle relazioni Ue-Turchia sono tenute in considerazione, il quadro cambia significativamente. Nonostante le dispute politiche, si è ad esempio prodotta una continua e stabile convergenza in materia commerciale e finanziaria.Sotto la superficie politica, indicatori strutturali economici e di sviluppo umano dimostrano un inesorabile avvicinamento fra Ue e Turchia, avvalorata anche dall’accresciuta cooperazione in settori come immigrazione, energia, politica estera e anti-terrorismo. Su molte di queste tematiche, Ue e Turchia non sono sempre concordi: la loro cooperazione in questi ambiti non si fonda su una convergenza ideale, ma piuttosto sulla consapevolezza delle reciproche esigenze.

Un’intesa a fisarmonica
Una relazione istituzionalizzata fra Ue e Turchia in grado di catturare ‘a fisarmonica’ la perenne oscillazione fra dinamiche conflittuali e convergenti dovrebbe presentare due caratteristiche principali. Da un lato, la cornice istituzionale per le future relazioni Ue-Turchia dovrebbe essere sufficientemente intensa da incorporare e approfondire anche quei trend convergenti, soprattutto nella sfera economica, e dovrebbe fornire una cornice per costruire un ponte verso i democratici e riformisti turchi, oggi minoranza perseguitata.Dall’altro lato, la futura relazione Bruxelles-Ankara dovrebbe essere sufficientemente flessibile da consentire un’agevole cooperazione in ambiti di interesse sia per l’Ue sia per la Turchia, anche laddove tali interessi non dovessero essere perfettamente convergenti o coincidenti, come per l’appunto immigrazione, energia e sicurezza. Una tale flessibilità dovrebbe essere in grado di contenere le varie oscillazioni e anche i picchi di conflitto, destinati a persistere nel canale politico.

a cura di Maria Parente

 

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